Aru tricolore, in lacrime per Scarponi

"Oggi ho corso con la sua maglia, ora la ridarò alla famiglia"

1498410679726_aaa.jpgUn dolore infinito, come lo aveva definito quel giorno tremendo, diventato lacrime di commozione per una vittoria che non potrà mai essere fatta solo di gioia.  Il campionato italiano professionisti su strada regala una storia che emoziona e la maglia tricolore a Fabio Aru. E' stato il grande assente (per infortunio) all'ultimo Giro d'Italia ma soprattutto compagno di squadra e amico di Michele Scarponi, in memoria del quale oggi vince, indossandone la maglia, e poi piange dopo aver tagliato il traguardo d'Ivrea.

Gli mettono davanti un microfono per un primo commento 'a caldo', dopo l'impresa di aver staccato tutti in salita con un'azione cominciata a 17 km dall'arrivo, e lui si lascia andare alla commozione. "Ho corso con la maglia di Michele Scarponi - dice tra le lacrime -, me l'aveva data a Sierra Nevada. Adesso la restituirò alla famiglia. La vita è fatta di momenti belli e brutti, questi ultimi mesi non sono stati facili per me, ma sto rivedendo la luce".    

Aru ce l'ha messa tutta perché desiderava troppo questo successo da dedicare a quell'amico-collega col quale si prendeva in modo particolare e che ha lavorato tanto per lui. Così ha preparato il colpo, e lo ha messo a segno proprio nel modo in cui lo aveva programmato. "E' stata veramente dura - spiega il 'Cavaliere dei 4 Mori -, sono andato a tutta e ho deciso di attaccare in salita perché lì volevo fare la differenza. E ci sono riuscito...".    

Aru parte a 17 km dal traguardo, all'ultimo passaggio sulla salita della Serra, con Moscon e Caruso che provano a tenere la ruota ma poi vengono staccati da una nuova accelerazione del leader dell'Astana. In breve Aru guadagna terreno, mentre dietro di lui si forma un sestetto di inseguitori con Brambilla, Ulissi, Nibali, Nocentini, Moscon e Caruso. Il vantaggio arriva in breve a 34'' e non diminuisce nella successiva discesa, che il leader della prova affronta in modo quasi spavaldo benché non sia il suo forte. Alla fine Aru vince  per distacco, esulta e poi si commuove: oggi non poteva che vincere, per onorare quella maglia di Michele. "Ora la darò ai suoi figli", mormora mentre si commuove di nuovo in attesa d'infilarsi quella tricolore di cui è il nuovo degno possessore.
 

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  • pubblicato25.06.2017
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